Un uomo trascorre quarant’anni a curare i piloti e a obbedire al loro imperativo assoluto: “Voglio correre!”, e quando arriva il momento dell’addio, quando deve cedere l’impresa di una vita, la sua Clinica Mobile, arriva anche il regalo più bello e inatteso: Marc Márquez, la sintesi perfetta di coraggio ed emozione, un pilota che guida oltre le leggi della fisica e della logica, con traiettorie impossibili in curva, non solo il ginocchio ma la spalla a sfiorare l’asfalto. Nessuno mai è stato come lui: quattro titoli mondiali in tre classi in soli cinque anni, di cui due nella più importante di esse, la MotoGP; il più giovane di sempre a vincere un Gran Premio nella classe regina, l’unico con Kenny Roberts a conquistare il titolo nell’anno del debutto. Un ragazzo di soli ventuno anni, ma dalla classe innata, che dietro il volto angelico nasconde un istinto cannibale.
Il vero protagonista di Magic Márquez è però l’io narrante, il “dottorcosta”, che mentre rimpiange il passato e tesse le lodi dell’infallibile centauro sembra abbandonare le fattezze umane e si trasforma in personaggio, dando vita al ritratto di un uomo solo con se stesso, che dopo una vita di successi, ora che è calato il sipario, deve guardarsi allo specchio senza più menzogne; e per la prima volta si confessa, scoprendo il prezzo pagato per realizzare il suo sogno: quello di fare correre – e vincere – i piloti feriti, che la medicina ufficiale avrebbe voluto costretti a letto, prendendo rischi eccessivi, talvolta dalle fatali conseguenze. Ne ricaviamo la storia di un uomo in fuga: dal padre ingombrante, dai sogni troppo grandi, dalla noia, anche; a caccia di una felicità possibile soltanto nell’ebbrezza, nel trionfo. Un uomo che ce l’ha fatta, che ha vinto; ma quanto gli è costato?
Sperling & Kupfer, 192 pagine, 40 tavole fuori testo, 16 euro.
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